La Chiesa di san Mauro a Sorgono
“…Rivolta a Ovest, invece che a Est, come tutte le altre. Con un rosone che – da solo, esplodendo – ti si mangia via mezza facciata! Con la porta che guarda verso il più importante addensamento di menhir del Mediterraneo, uno dei più antichi dell’intera Europa. Con quel rosone che è il più grande di tutta la Sardegna, ma “nascosto” qui. In uno dei posti più belli, segreti e sacri del mondo! A un passo da quella selva di menhir e pietre istoriate! Un sito che ti strappa via il cuore per quel che ancora oggi tutte quelle rocce – messe ad arte, con fatica, fede e amore, chissà quando – raccontano e rievocano… E non ci si chiede nemmeno il perché? E non te la fai una domanda in più?”
Da OMPHALOS il Primo Centro del Mondo. Il Paradiso che divenne Inferno… di Sergio Frau
“…Addossata al principiare del colle, che chiude la pianura sottostante, s’erge la chiesa campestre di San Mauro, nera e screpolata, quasi protetta dal campani luccio di granito. Da lungi di direbbe un castello medievale. Il muro di cinta, solcato da grosse fenditure, coi suoi due ampi portoni massicci, e quella sessantine di casette nane accoccolate intorno alla chiesa, coi loro tetti neri ove qua e là spuntano rigogliosi ciuffi d’erbe, contribuiscono a completare l’illusione dando a quei caseggiati l’aspetto di villaggio medievale. Fuori del ricinto chiuso dal muro, negli ultimi giorni di maggio di ogni anno, tempo appunto in cui ricorre la festa, sorge, come per incanto, un nuovo paese! centinaia di carri, coperti, in forma di cupola, da lenzuola, a guisa di barche a vele spiegate sciamano in quel mare di verdura. Quante tende, quante baracche di frasche, quante capanne di stuoie intessute di canne! Nella pianura un formicolio irrequieto, uno spandersi, un ammassarsi compatto di folla vociante. Nugoli di rosso…
dal libro: Santu Maru. Santuario campestre al centro geografico della Sardegna, di Giuseppe Luigi Manca. Edizioni Graphi.S, Samugheo (OR)(pp 117 -126) Ballero Antonio – San Mauro, Vita Sarda, anno I, n. 17, 8 nov. 1891. Pp 5-7
“…Il primo nostro pensiero fu di andare a vedere la chiesa, fare la conoscenza personale dì quel gran Santo; ma ci volle del Bello e del buono prima di potervi penetrare! I fedeli ed anche gli infedeli che non credevano alla potenza dei miracoli di San Mauro, ma che avevano voglia di vedere e di osservare, si riversavano dentro allo spazioso tempio, a torrenti, pigiandosi, urtandosi, stringendosi, senza lamenti, senza brontolii. Tutti volevano vederlo, quel gran santo che faceva camminare i paralitici, che rendeva la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la favella ai muti. Ed egli, il buon frate, guardava dall’alto della sua nicchia, tutto quel popolo prostrato dinanzi a lui, col suo sguardo eternarnente sorridente, pieno di beatitudine soave.”
dal libro: Santu Maru. Santuario campestre al centro geografico della Sardegna, di Giuseppe Luigi Manca. Edizioni Graphi.S, Samugheo (OR)(pp 117 -126) Ballero Antonio – San Mauro, Vita Sarda, anno I, n. 17, 8 nov. 1891. Pp 5-7
Tracce della devozione dei fedeli incise nel corso dei secoli sulle mura esterne della Chiesa di San Mauro